Una delle nostre fiabe preferite:
C’erano una volta un re e una regina che non avevano figli. La regina camminando per il giardino e vedendo un bellissimo melo, si chiedeva sempre perché lei non potesse fare figli, come il melo faceva le mele.
Successe che alla regina nacque una mela, così bella e colorata come non se n’erano mai viste. Il re la mise in un vassoio d’oro sul suo terrazzo.
Di fronte al palazzo di questo re ce n'era un altro, abitato anche questo da un re. Questi, un giorno che stava affacciato alla finestra, vide, sul terrazzo del re di fronte, una bella ragazza bianca e rossa come una mela che si lavava e pettinava al sole. Lui rimase a guardarla a bocca aperta perché non aveva mai visto una ragazza così bella. La ragazza però, appena si accorse di essere guardata, entrò in una mela e sparì. Il re se n 'era innamorato.
Pensa e ripensa andò a bussare al palazzo:
- Maestà, avrei da chiederle un favore –
- Volentieri! Se tra vicini si può essere utili - disse la regina,
– Vorrei quella mela che avete sul terrazzo -
- Ma che dite maestà? Non sapete che io sono la madre di quella mela e che ho sospirato tanto perché nascesse? -
Il re tanto insistette che non gli si poté dir di no, per mantenere l’amicizia. Così lui portò la mela a casa sua e le preparò tutto per lavarsi e pettinarsi.
La ragazza tutti i giorni usciva dalla sua mela per lavarsi e pettinarsi; il re la guardava. Altro non faceva la ragazza: non mangiava e non parlava, solo si lavava e si pettinava, poi tornava nella sua mela.
Quel re abitava con una matrigna, la quale, vedendolo sempre chiuso in camera, incominciò ad insospettirsi e a chiedersi perché il figlio stesse sempre nascosto. Venne l’ordine di guerra e il re dovette partire; gli piangeva il cuore al pensiero di lasciare la sua mela. Chiamò il suo suddito più fedele e gli lasciò la chiave della sua camera raccomandandogli di non far entrare nessuno nella stanza. Il servitore preparò tutti i giorni l’acqua e il pettine per la ragazza della mela.
Appena il re fu partito la matrigna si diede da fare per entrare nella sua stanza. Fece mettere dell’oppio nel vino del servitore e, quando si addormentò, gli rubò la chiave. Aprì e frugò tutta la stanza e più la frugava meno trovava.
C’era solo quella mela in una fruttiera d’oro. La regina prese lo stiletto e si mise a trafiggere la mela. Da ogni trafittura uscì un rivolo di sangue. La matrigna si prese paura, scappò e rimise la chiave nella tasca del servitore addormentato.
Quando il servitore si risvegliò, non si raccapezzava di cosa fosse successo.
Corse nella camera del re e la trovò allagata di sangue.
- Povero me! Cosa devo fare? –
Andò da sua zia, che era una fata e aveva tutte le polverine magiche. La zia gli diede una polverina magica che andava bene per le mele incantate e un’altra che andava bene per le ragazze stregate e le mise insieme.
Il servitore tornò dalla mela e le passò un po’ di polverina su tutte le ferite. La mela si spaccò e ne uscì fuori la ragazza tutta bendata e incerottata.
Tornò il re e la ragazza per la prima volta parlò e raccontò cosa era successo:
- Ho diciotto anni e sono uscita dall’incantesimo, se mi vuoi sarò tua sposa- .
La ragazza mela sposò il re con gran gioia dei due regnanti. Mancava solo la matrigna che scappò e nessuno ne seppe più niente.
Da "Fiabe italiane" di Italo Calvino
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